Durante lo Yale CEO Summit di questa settimana, un questionario è stato distribuito a tutti i dirigenti d'azienda presenti, con risultati sorprendentemente preoccupanti emersi in esclusiva su CNN. Secondo il 34% dei CEO, l'intelligenza artificiale potrebbe distruggere l'umanità entro 10 anni, mentre l'8% sostiene che ciò potrebbe accadere nel giro di 5 anni. Tuttavia, il restante 58% dei dirigenti d'azienda non sembra preoccupato dai potenziali rischi derivanti dall'AI.
Sondaggi Yale: opinioni divise sui rischi dell'AI
In un altro sondaggio condotto da Yale:
- Il 42% dei rispondenti ritiene che i possibili risvolti catastrofici derivanti dall'intelligenza artificiale siano un'esagerazione
- Il 58% è convinto del contrario
Questi risultati giungono a poche settimane di distanza da una lettera firmata da numerosi pionieri del settore dell'AI, esperti e accademici, che sottolineano come mitigare il rischio di estinzione per mano dell'intelligenza artificiale dovrebbe essere una priorità globale.
Il Parlamento europeo approva l'AI Act
Nel tentativo di arginare i pericoli derivanti dall'uso dell'intelligenza artificiale, il Parlamento europeo ha dato il primo via libera all'AI Act, un regolamento per il settore dell'intelligenza artificiale. Tra le misure previste vi sono:
- Il divieto di utilizzo di tecnologie di riconoscimento biometrico in tempo reale nei luoghi pubblici
- Limiti per i sistemi di polizia predittivi, basati su profilazione, ubicazione o comportamenti criminali passati
Impatti dell'intelligenza artificiale per settore
I CEO intervistati hanno indicato che l'intelligenza artificiale avrà l'impatto maggiore nei seguenti settori chiave:
- Sanità (48%)
- Servizi professionali/IT (35%)
- Media/digitale (11%)
La rivista Nature e l'integrità nel processo di pubblicazione
Di recente, la rivista scientifica Nature ha annunciato la sua decisione di non consentire l'utilizzo di intelligenza artificiale generativa per la produzione di immagini e video. Gli artisti, registi, illustratori e fotografi coinvolti dovranno confermare che le opere inviate non siano state create o migliorate utilizzando questa tecnologia. La scelta è stata motivata dalla necessità di garantire l'integrità del processo di pubblicazione, che richiede trasparenza e verificabilità delle fonti di dati e immagini in ambito scientifico e artistico.