Questa pianta ha cladodi, lame, foglie carnose e spine che si sovrappongono, dando origine a un arbusto. I rami sono costituiti dai cladodi stessi, che sviluppano anche la fotosintesi clorofilliana, cambiando di fatto la funzione delle foglie, che sono poi le spine. Anche il tronco è costituito da cladodi basali, che si legnificano dopo il quarto anno di vita della pianta.
Queste piante sono originarie del Messico e, in epoca precolombiana, si erano già diffuse in America centrale. Gli Aztechi già le coltivavano e le commerciavano, considerando le piante e i loro frutti non solo di forte valore simbolico, ma anche di grande importanza come alimento base della loro dieta. Lo testimonia il Codice di Mendoza, che elenca anche il carminio tra i beni commercializzati dalle stesse popolazioni.
Non si sa quando si sia diffusa l'Opuntia in Sudamerica, ma lo si può dedurre dal fatto che gli Inca lavoravano con il carminio, la cui produzione è ancora strettamente legata all'Opuntia.
Questi cactus furono importati in Europa da Cristoforo Colombo e altri navigatori tra il 1400 e il 1500. La prima descrizione dettagliata di questi cactus risale al 1535 ad opera dello spagnolo Gonzalo Fernandez de Oviedo y Valdès, mentre Linneo nel 1753 ne descrisse due specie diverse: Cactus Opuntia e Cactus Ficus-Indica. Miller nel 1768 definì la specie Opuntia Ficus-Indica come viene chiamata ufficialmente oggi.
Queste varietà di piante, come molte altre cactacee, possono attecchire facilmente e ovunque, per talea o per semina; per assicurare la riproduzione è sufficiente interrare parzialmente una o due pale prelevate dalla pianta madre; un po' d'acqua è necessaria solo nella fase iniziale; temono solo le basse temperature. Anzi, per essere precisi, attecchiscono e si diffondono troppo, diventando parte del paesaggio, come in Sicilia e a Malta, fino a modificarlo.
Alcune regioni hanno limitato la coltivazione di questa pianta per i suoi potenziali effetti negativi, con la Toscana che l'ha vietata del tutto.
In Sicilia non è raro vedere lunghissimi filari di fichi d'India che crescono da soli come limiti delle aziende agricole o barriere frangivento. Questo dettaglio è di grande importanza perché è l'unico frutto che non viene mai sottoposto a trattamenti chimici. Per migliorare la resa è sufficiente una concimazione fosfo-potassica, preferibilmente organica.
Le pale della pianta producono infine i caratteristici fiori gialli o arancioni da cui si sviluppano i frutti. I frutti sono a forma di barile, di forma ovoidale, e possono essere gialli, rossi o bianchi, a seconda della varietà. Sono inoltre dotati di spine, che circondano sostanzialmente un'aureola di piccole spine. La polpa del frutto, succosa e ricca di vitamine, contiene numerosi semi legnosi.
Per la raccolta dei frutti si utilizzano ancora gli stessi metodi usati dai nostri nonni e da altri antenati. Dal punto di vista nutrizionale, il frutto contiene fosforo, calcio, vitamina C e la polpa fresca è estremamente ricca di zuccheri come fruttosio, glucosio e saccarosio.
I benefici del fico d'india per la salute
I benefici del fico d'india sono diversi.
1. Il fico d'india è un frutto ricco di vitamine, antiossidanti e minerali. Ha proprietà diuretiche, depurative e laxative. Aiuta a combattere la stitichezza e il colesterolo cattivo.
2. Il fico d'india contiene molta vitamina C, che aiuta a rafforzare le difese immunitarie. Ha anche altre vitamine del gruppo B, come la vitamina B6, che aiuta a ridurre lo stress e l'ansia. La vitamina B1 è utile per il metabolismo energetico. Il fico d'india è un frutto davvero ricco di nutrienti!
3. Il fico d'india è un frutto diuretico, quindi aiuta a eliminare le tossine dal corpo. Depura il fegato e disintossica l'organismo. Ha anche proprietà laxative, quindi aiuta a combattere la stitichezza. Il fico d'india è un ottimo alleato per la salute!
4. Il fico d'india è ricco di antiossidanti, che aiutano a proteggere le cellule dai radicali liberi. combatte i segni dell'invecchiamento e previene alcune malattie degenerative. I flavonoidi presenti nel frutto aiutano a ridurre il colesterolo cattivo.
5. Il fico d'india è un frutto ricco di minerali, come calcio, ferro, fosforo e potassio. Il calcio aiuta a mantenere le ossa forti, il ferro previene l'anemia e il fosforo è utile per la salute dei denti e delle gengive. Il potassio è un minerale essenziale per il funzionamento degli organi.
I frutti del fico d'india sono una prelibatezza unica che si può assaporare solo in questa parte del mondo. Sono dolci, succosi e con un sapore unico che non si può trovare altrove. Il gusto dei frutti del fico d'india è unico e inimitabile.
Se vi capita l'occasione di assaggiarne uno, vi consiglio di farlo al più presto!
Una Pianta Sostenibile
Il fico d'India prospera nelle zone calde e secche perché ha bisogno di pochissima acqua per sopravvivere. Il fico d'India è in grado di mantenere un'elevata capacità produttiva anche nelle zone più aride, grazie alle sue caratteristiche botaniche e al suo metabolismo. Ha pochissimi stomi, che si aprono solo di notte, e questo riduce al minimo la traspirazione e l'evaporazione dell'acqua.
I tessuti interni del cactus sono spugnosi e possono assorbire l'acqua in eccesso. Molti ricercatori lo considerano una delle piante più efficienti dal punto di vista idrico, poiché richiede l'80% di acqua in meno rispetto alle piante di barbabietola per produrre la stessa quantità di foraggio.
Inoltre, il cactus fornisce una forte protezione del terreno contro la desertificazione e può assorbire grandi quantità di anidride carbonica, fino a cinque tonnellate per ettaro.
In Occidente un mercato in evoluzione
Il mercato del fico d'India è in continua evoluzione. Questo frutto ha saputo evolversi nel tempo, passando da prodotto di nicchia a prodotto globale. Negli ultimi anni il fico d'India, soprattutto la varietà Etna Dop, ha dimostrato la capacità di imporre la propria tipicità e il legame con il territorio e i suoi elementi.
Secondo Bua, l'interesse per questo frutto è cresciuto negli ultimi cinque anni, con una crescita delle vendite di circa il 10% all'anno in Europa. Il 70% del frutto è venduto in Italia, mentre il restante 30% è venduto in altri Paesi europei, come Francia, Spagna, Germania, Belgio, Svizzera e alcuni Paesi dell'Est.
Oggi le nostre referenze sono presenti nell'85% delle insegne della distribuzione organizzata italiana.
I prezzi sono in costante crescita, grazie alla politica di marca, ma anche perché i consumatori ne apprezzano il sapore e le proprietà: è antiossidante, ricco di vitamine e poco calorico.