La ricerca scientifica ha recentemente voltato una nuova pagina nel campo degli studi sull’inquinamento da plastica. 

Un gruppo di ricercatori della Columbia University ha messo a punto una tecnica innovativa che ha rivelato la presenza di migliaia di nanoparticelle di plastica nelle bottiglie d’acqua. 

Questo ritrovamento pone preoccupazioni significative per la salute umana, poiché queste particelle sono in grado di infiltrarsi nelle cellule del nostro organismo con effetti a lungo termine ancora sconosciuti.

La Nuova Tecnica di Rilevamento

Utilizzando uno strumento chiamato microscopio di dispersione stimulata Raman, gli scienziati sono riusciti a identificare e contare nanoparticelle appartenenti a sette tipi comuni di plastiche nei campioni d'acqua in bottiglia. 

Questo progresso tecnologico non solo ha permesso di quantificare, ma anche di caratterizzare la composizione delle nanoparticelle presenti, fornendo così una chiave di lettura più accurata della contaminazione da plastiche nell'acqua destinata al consumo umano.

PET e Poliamide: I Principali Inquinanti

Le nanoparticelle riscontrate provengono principalmente da due fonti: il PET (tereftalato di polietileno), materiale di cui sono fatte la maggior parte delle bottiglie di plastica, e la poliamida. 

La presenza predominante di particelle di poliamida sembra derivare dai filtri di plastico usati durante il processo di purificazione dell’acqua prima dell’imbottigliamento. 

Questa scoperta suggerisce che l’inquinamento da nanoplastiche potrebbe non limitarsi solo all’usura fisica dei contenitori, ma essere incorporato nelle acque imbottigliate sin dal loro trattamento iniziale.

Implicazioni per la Salute Umana

Le dimensioni estremamente ridotte delle nanoparticelle permettono loro di attraversare le barriere biologiche, come la barriera ematoencefalica e la placenta, sollevando preoccupazioni circa i possibili effetti collaterali a lungo termine. 

Mentre gli studi sugli effetti sulla salute sono ancora nelle fasi iniziali, vi è un crescente corpo di ricerca che suggerisce potenziali rischi per diversi organi umani. 

Tuttavia, il cammino per una completa comprensione dell'impatto di queste sostanze è ancora lungo e macchinoso, in quanto la complessità dell'analisi e la microdimensione delle particelle rappresentano una sfida significativa per gli scienziati.

Verso un Futuro di Minori Rischi

Determinare con precisione la presenza e la composizione delle nanoparticelle nei prodotti di consumo e nell'ambiente è fondamentale per valutare la dimensione del problema e i suoi possibili effetti sulla salute. 

Questa scoperta sottolinea la necessità di sviluppare metodi per ridurre la contaminazione delle nanoparticelle e per progettare contenitori più sicuri ed ecocompatibili. 

Nel frattempo, il dibattito sulla sicurezza dell'acqua in bottiglia e sui materiali utilizzati per il suo contenimento si fa sempre più acceso.In un mondo dove la plastica è onnipresente e dove la sua produzione annuale si aggira intorno ai 400 milioni di tonnellate, l'urgenza di indirizzare il problema delle nanoparticelle inquinanti è più pressante che mai. 

La scienza ha ora il compito di estendere la ricerca anche all'acqua del rubinetto e di sperimentare nuove vie per mitigare l'impatto di questa forma di contaminazione.