È stata scoperta una leggendaria città perduta che da anni si cercava di individuarla, e dopo tanto lavoro è stata finalmente trovata

Più o meno intorno al 1300, la città nota come l’Atlantide del Nord Europa venne inghiottita dal mare. 

O almeno questo è ciò che successe seconda una nota leggenda. Per questo motivo, negli anni sono state fatte tantissime ricerche che però non hanno mai portato al suo ritrovamento, ma solo fino a oggi.

Scoperta la città medievale di Rungholt

La città in questione si chiamava Rungholt, ed era una fiorente realtà medievale che ancora oggi vanta una storia alquanto fitta di mistero. 

Situata lungo la costa della regione della Frisia settentrionale, in Germania, secondo la tradizione è stata sommersa dalle acque nella notte tra il 15 e il 16 gennaio del 1362 per colpa di una terribile tempesta che fece migliaia di vittime.

Si è sempre pensato che tutto questo fosse dovuto a una punizione divina richiesta dal parroco della città per lavare via peccati causati dall’espandersi delle attività commerciali. Non a caso, sempre stando a quanto riporta la leggenda, si può ancora udire il suono delle campane della chiesa negli abissi del mare.

La storia della leggendaria città perduta e i documenti ritrovati

Documenti che fanno riferimento a questa sfortunata città si trovano solo fino al Medioevo, e purtroppo le cartine che ne riportano la posizione sono così imprecise che nel corso degli anni non è stato possibile capire dove fosse esattamente collocata.

Fino al XX secolo, momento in cui alcuni indizi hanno cominciato a riemergere. Parliamo di resti di dighe e fossi situati in quella che oggigiorno è conosciuta come l‘isola di Südfall.

Il ritrovamento

Per individuare questa leggendaria città sono stati effettuati anni di ricerche grazie ai progetti Rungholt e Wadden Sea finanziati dalla German Research Foundation. C’è voluto molto tempo, ma fortunatamente tutto questo lavoro sembra aver dato i frutti da sempre desiderati.

È stata infatti ispezionata un’area di oltre 10 chilometri quadrati tramite tecniche all’avanguardia come la magneto-gradiometria e l’induzione elettromagnetica, seguite da carotaggi e scavi. 

E a maggio di quest’anno un team multidisciplinare ha individuato una catena di 54 terp, vale a dire dei tumuli artificiali con insediamenti tipici delle pianure del Nord Europa che all’epoca avevano lo scopo di rialzare il terreno per difendersi dall’alta marea, dalle mareggiate e dalle alluvioni.

Le scoperte sul sito archeologico

Dalla lunghezza di circa due chilometri, presenta un tumolo dove i ricercatori ritengono che vi siano ancora le fondamenta di una chiesa di 40×15 metri, che molto probabilmente indicava il centro di un insediamento di dimensioni tali da poter costituire un edificio religioso e uno dei siti principali storicamente segnalati nel distretto amministrativo medievale di Edomsharde. 

Tra le altre cose sono stati localizzati e mappati anche un porto e una serie di sistemi di drenaggio.

Il futuro delle ricerche e la lotta contro il tempo

Il lavoro chiaramente continua, ma purtroppo i ricercatori sono costretti a lottare contro il tempo. Come ha sottolineato Hanna Hadler, del Natural Hazard Research and Geoarchaeology dell’Università di Mainz tramite comunicato stampa: 

“I resti dell’insediamento medievale sono già stati fortemente erosi. Ciò è molto evidente intorno alla posizione della chiesa, quindi abbiamo urgentemente bisogno di intensificare le ricerche”.

Nel comunicato stampa si può anche leggere che le indagini sulle piane di marea hanno continuato a “portare alla luce nuove scoperte significative” e hanno fornito approfondimenti che mai si potevano immaginare sulla vita del popolo della Frisia settentrionale.