Vi è mai capitato di sentire la necessità di sbadigliare proprio dopo aver visto qualcuno farlo davanti a voi? Come vi siete sentiti in quel contesto?
Gli scienziati studiano da anni il fenomeno dei neuroni specchio: paradossale, ma anche lo sbadiglio contagioso potrebbe esserne un esempio.
Cosa c'è dietro lo sbadiglio contagioso?
Sbadiglio contagioso appare soltanto in alcune specie, tra cui scimpanzé, babbuini e umani; inoltre comincia a presentarsi solamente dopo che il bebè comincia ad avere contatti sociali.
La risposta al perché lo sbadiglio è contagioso va ricercata nei neuroni specchio. Rizzolatti fu il primo scienziato a trovare un sistema di neuroni nella corteccia premotoria della scimmia che si attivava selettivamente alla vista di azioni motorie in altri individui, e, inaspettatamente, anche quando l’individuo li produceva per conto proprio.
Sbadiglio spontaneo vs contagioso
Guardando nel cervello di soggetti sani o patologici quando sbadigliano, si nota che i bambini con spettro autistico non hanno quasi mai il fenomeno dello “sbadiglio contagioso”.
Gli scienziati ne hanno dedotto che le patologie che compromettono le abilità sociali, compromettono a loro volta la suscettibilità allo sbadiglio contagioso.
Neuroni specchio e sbadiglio: lo studio
Gli studi consistevano nel mappare le aree neurali che venivano attivate di fronte alla visione di filmati di persone che sbadigliano. Secondo i ricercatori, l'area maggiormente attivata di fronte a questi video è detta STS (solco temporale superiore), appartenente al sistema specchio.
In conclusione, sia quando guardiamo uno sbadiglio, sia quando sbadigliamo a nostra volta, si attivano aree specifiche del sistema specchio. Condividere uno sbadiglio, in qualunque contesto, significa essere suscettibili all’emotività altrui e abbracciare un sentimento condividendolo. Il sistema specchio esiste per imitare, ma coinvolge funzioni importanti per l’empatia e il riconoscimento delle proprie ed altrui emozioni.
Difficoltà a sbadigliare
Si tratta certamente di una situazione comune, ma che non dovrebbe essere sottovalutata. In genere si arriva a spalancare la bocca e a riempire i polmoni d’aria, ma l’azione alla fine non riesce, generando una sorta di frustrazione. Non è raro provare sensazioni che non sono del tutto piacevoli, quali dolore ai muscoli facciali, al petto e una sorta di tensione tra gola e stomaco.
Fare questa operazione non è sbagliato, anzi si tratta di un gesto più che naturale, esattamente come accade per gli altri animali, nonostante a volte ci si possa sentire a disagio.
A volte, però, si arriva ad avere una sensazione di respiro incompleto, che si vuole cercare di “sconfiggere” attraverso lo sbadiglio, che non riesce però come vorremmo.
Le possibili cause
In genere, questo si verifica a causa di un’iperventilazione o di un altro tipo di problema di respirazione. A volte possono influire eventuali disturbi gastrointestinali, lombari, cervicali o del pavimento pelvico. Se l’episodio è isolato non ci si deve preoccupare. In caso contrario sarebbe bene parlarne con un medico per capire se sia necessario fare approfondimenti.
Le aspetti positivi dello sbadigliare includono:
- Supporto ai polmoni
- Regola la temperatura corporea
- Allunga e attiva i tessuti del torace e del diaframma
- Comunica un nostro stato d’animo
Consideralo come un lampo di empatia collettiva, un breve illuminante riconoscimento silenzioso delle emozioni altrui. Lontano dall'essere un semplice gesto di stanchezza o noia, lo sbadiglio potrebbe benissimo essere uno dei modi più genuini e spontanei in cui connettiamo, imitiamo e, in qualche modo, accettiamo gli stati interni dei nostri compagni umani. Un centellino di empatia insito in una semplice bocca spalancata.
Quindi, la prossima volta che ti trovi a sbadigliare di fronte a qualcuno, ricorda: potrebbe non essere solo un segno di stanchezza. Potrebbe essere un riflesso della tua intrinseca connessione umana.