Il satellite Gaia dell'Agenzia Spaziale Europea ha individuato due buchi neri mai visti, Gaia BH1 e Gaia BH2, situati rispettivamente a 1560 e 3800 anni luce dalla Terra.
La loro esistenza è stata rilevata dall'oscillazione delle stelle binarie compagne, che indica la presenza di un oggetto massiccio simile a un buco nero.
Si tratta dei primi buchi neri individuati solo attraverso i loro effetti gravitazionali, in quanto non emettono luce radio o raggi X.
Entrambi sono circa dieci volte più massicci del Sole e le loro ampie orbite rispetto alle stelle compagne implicano una storia di formazione diversa da quella di altri sistemi simili.
La pratica dell'astrometria, che prevede il rilevamento del movimento delle stelle, è stata utilizzata per identificare i buchi neri. La missione Gaia dell'Agenzia Spaziale Europea ha creato un'ampia raccolta di dati sul posizionamento, la luminosità e il movimento di oltre un miliardo di stelle, offrendo una visione essenziale degli oggetti che le influenzano gravitazionalmente. Gli osservatori a terra hanno convalidato l'esistenza dei buchi neri attraverso misure di velocità radiale.
I ricercatori stanno lavorando per determinare le origini dei buchi neri situati in orbite lontane e per rivedere le teorie sullo sviluppo dei sistemi stellari binari. Il Gaia Data Processing and Analysis Consortium sta creando metodi per determinare le binarie astrometriche con partner compatti, che saranno disponibili nella prossima release. BH1 e BH2 sono i primi due buchi neri scoperti da Gaia.
Cosa sono i buchi neri invisibili?
I buchi neri invisibili sono una categoria di buchi neri che non emettono radiazione elettromagnetica, quindi non possono essere osservati direttamente.
La loro presenza può essere dedotta dall'effetto gravitazionale che esercitano sulla materia circostante.
Questi buchi neri si formano quando una stella collassa su se stessa e diventa così densa da creare un campo gravitazionale talmente forte da impedire alla luce di uscire. In questo modo, il buco nero diventa "invisibile" ai nostri occhi.
Ci sono alcune tecniche che gli astronomi utilizzano per rilevare i buchi neri invisibili. Una di queste è l'osservazione delle stelle vicine al buco nero: se queste stelle sembrano muoversi in modo anomalo, potrebbe essere indicativo della presenza di un buco nero invisibile.
Un'altra tecnica consiste nell'osservare le onde gravitazionali, che sono distorsioni nello spazio-tempo causate da eventi cosmici come la fusione di due buchi neri.
L'osservazione di queste onde può fornire informazioni sulla presenza di un buco nero invisibile.
Sono oggetti estremamente interessanti per gli astronomi, poiché rappresentano una sfida nella loro ricerca e comprensione dell'universo.
Nonostante la loro natura "invisibile", gli scienziati continuano a sviluppare nuove tecniche per studiarli e comprenderli meglio.