L'ipertensione è una condizione che colpisce più di un miliardo di persone in tutto il mondo e può causare il deterioramento cognitivo. Uno studio condotto da un team di ricercatori internazionali, tra cui le Università di Edimburgo e Cracovia e l'Irccs Neuromed di Pozzilli, ha identificato i meccanismi alla base del declino cognitivo.

Il team ha analizzato la risonanza magnetica cerebrale di 33mila persone inserite in un progetto della Uk Biobank, alle quali è stato affiancato un gruppo di pazienti (ipertesi e non) del Neuromed di Pozzilli. La ricerca ha permesso di individuare le strutture cerebrali che vengono gradualmente danneggiate dalla pressione arteriosa elevata, causando così il deterioramento cognitivo.

Le zone cerebrali nelle quali sono stati riscontrati dei cambiamenti correlati all'ipertensione e al peggioramento della funzione cognitiva sono nove. Una di queste è chiamata putamen, mentre le altre sono coinvolte nella funzione esecutiva e nella pianificazione di attività quotidiane semplici e complesse, nel processo decisionale e nella gestione delle emozioni.

Un'altra scoperta riguarda i possibili effetti distinti della pressione arteriosa sistolica e di quella diastolica: la pressione diastolica da sola sembra avere un effetto protettivo quando si tiene conto di quella sistolica.

Lo studio è basato su dati provenienti prevalentemente dalla Uk Biobank e riguardanti pazienti bianchi di mezza età, il che rappresenta un limite. Tuttavia, gli autori sperano che le loro scoperte possano aiutare a sviluppare nuovi modi per curare il deterioramento cognitivo in persone ipertese.

Studiare i geni e le proteine in queste strutture cerebrali potrebbe aiutare a capire come l'ipertensione colpisca il cervello e causi problemi cognitivi. Inoltre, osservando queste specifiche aree cerebrali, potremmo essere in grado di prevedere chi soffrirà di perdita di memoria e demenza più velocemente nel contesto dell'ipertensione e questo potrebbe permetterci di individuare terapie più efficaci per prevenire il deterioramento cognitivo nei pazienti a rischio.

Fonte: https://www.corriere.it/salute/neuroscienze/23_marzo_29/demenza-pressione-alta-cervello-deterioramento-cognitivo-80dc75ee-cd59-11ed-ab8e-1e4a885c119f.shtml