La Cannabis è una delle sostanze più antiche al mondo e la sua storia è ricca di eventi che hanno segnato il corso della storia.
È stata coltivata per la prima volta in Cina nel 3000 a.C. e da allora è stata usata come medicinale, tessuto, corda e carta.
Nel corso dei secoli, fu introdotta in molte culture diverse, e allo stesso tempo ampiamente utilizzata sia per scopi medicinali che ricreativi.
Negli ultimi decenni, tuttavia, è stata oggetto di un duro proibizionismo che ne ha limitato l'uso e la coltivazione.
In questo articolo esamineremo la sua storia riguardo il proibizionismo e le conseguenze sulla società.
Gli anni '20 e il proibizionismo
Ci sono stati molti tentativi di vietare la Cannabis nel corso della storia, ma il proibizionismo è iniziato veramente negli anni '20. Prima di allora, questa pianta naturale era ampiamente coltivata e utilizzata in tutto il mondo per scopi medicinali, commerciali e religiosi.
Nel 1920, il Congresso degli Stati Uniti approvò la Legge sul proibizionismo della Cannabis, che vietava la produzione, il commercio e l'uso. Questa legge fu seguita da altre leggi simili in tutto il mondo. Gli anni '20 furono un periodo di grande ansia sociale e di crescente preoccupazione per i suoi effetti e sulla salute mentale e fisica.
I proibizionisti sostenevano che causasse pazzia, violenza e criminalità. Sostenevano inoltre che fosse una droga pericolosa e che chiunque ne facesse uso fosse destinato a diventare un tossicodipendente.
Queste affermazioni erano prive di fondamento e non supportate da alcuna evidenza scientifica. Tuttavia, hanno avuto un forte impatto sull'opinione pubblica e hanno portato alla diffusione del proibizionismo in tutto il mondo.
Negli anni '20 e '30, il proibizionismo ha avuto un impatto negativo sulla società, limitando l'accesso alla canapa per scopi medi e riducendo la qualità della vita di coloro che ne facevano uso.
Oggi, il proibizionismo è ancora una realtà in molti paesi. Tuttavia, negli ultimi anni si è assistito a una crescente opposizione al proibizionismo e a un maggiore interesse per gli scopi medicinali.
Gli anni '30 e il proibizionismo
In quel periodo, il governo degli Stati Uniti iniziò a prendere seriamente in considerazione la possibilità di vietare la Cannabis. La pianta era già stata messa al bando in alcuni stati, ma il governo federale non aveva ancora preso una posizione ufficiale sulla questione.
Nel 1937, il Congresso degli Stati Uniti approvò la Marijuana Tax Act, che imponeva pesanti tasse su chiunque la commercializzasse. Questa legge fu un duro colpo per gli agricoltori e i commercianti, che videro crollare i loro affari.
Gli anni '40 furono altrettanto difficili per la pianta. La Seconda Guerra Mondiale portò con sé una nuova ondata di proibizionismo, poiché il governo temeva che potesse essere usata dagli avversari per scatenare allucinazioni nei soldati americani.
Dopo la guerra, il proibizionismo continuò negli Stati Uniti. La pianta veniva vista come una minaccia alla moralità pubblica e si pensava che potesse portare alla droga dura. Nel 1970, il Congresso degli Stati Uniti approvò la Controlled Substances Act, che classificava la Cannabis come sostanza illegale a livello nazionale.
La storia del proibizionismo della cannabis inizia con la Guerra alla Droga degli anni '70
Nel 1971, il presidente degli Stati Uniti Richard Nixon dichiarò la guerra alla droga e lanciò una campagna contro l'uso di sostanze illegali.
Come parte della sua campagna, Nixon istituì il Drug Enforcement Administration (DEA) e classificò la cannabis come sostanza stupefacente di classe I, insieme all'eroina e alla cocaina.
Classificandola come come sostanza stupefacente di classe I significava che era considerata altamente tossica, non medicalmente utile e suscettibile di abuso.
Negli anni '80, la guerra alla droga si intensificò grazie all'amministrazione Reagan
L'amministrazione Reagan continuò la campagna contro l'uso di sostanze illegali avviata dal presidente Nixon.
Reagan istituì il National Drug Task Force e varò la legge sulle droghe di classe A, che prevedeva pene più severe per il possesso e lo spaccio di sostanze stupefacenti di classe A, tra cui la cannabis.
Inoltre, l'amministrazione Reagan approvò la legge sul contrabbando di stupefacenti, che rendeva illegale importare o esportare sostanze stupefacenti senza autorizzazione.
Negli anni '90, la guerra alla droga si intensificò ancora grazie all'amministrazione Clinton
Anche con il governo Clinton proseguì la campagna contro l'uso di sostanze illegali avviata dalle amministrazioni Nixon e Reagan.
Clinton approvò la legge sul contrabbando di stupefacenti, che rendeva illegale importare o esportare sostanze stupefacenti senza autorizzazione.
Negli anni 2000, la guerra alla droga si intensificò ancora grazie all'amministrazione Bush
Con Bush si proseguì la campagna avviata dalle amministrazioni Nixon, Reagan e Clinton.
Inoltre, Bush approvò la legge sul finanziamento della lotta alla droga, che destinava fondi alla lotta contro il traffico di sostanze illegali.
La situazione In America oggi
La California è stato il primo stato a legalizzare la marijuana medica nel 1996. Da allora, l'uso medico della pianta è stato legalizzato in 39 stati e nel Distretto di Columbia.
Anche l'uso ricreativo o per adulti della cannabis è legale a Washington e in 19 stati come California, Alaska, Nevad, Orego, Washington, Maine, Colorado, Hawaii, Montana, Vermont, Hode Island, Nuovo Messico, Michigan, Arizona, New Jersey, Virginia., Connecticut, Massachusetts, Illinois , New York.
Cannabis in Europa: la legalizzazione
In Europa, la situazione attuale riguardo alla legalizzazione della cannabis è molto variabile.
Alcuni paesi, come la Spagna e l'Olanda, hanno già legalizzato la vendita in alcune forme, mentre altri, come l'Italia, sono ancora molto restrittivi. In generale, si può dire che la tendenza europea è quella di muoversi verso una maggiore apertura, sia per uso medicale che ricreativo.
In Italia, è attualmente illegale sia per uso medicale che ricreativo. Tuttavia, negli ultimi anni si è assistito ad una crescente tolleranza da parte delle autorità nei confronti dell'uso ricreativo.
In particolare, è stata introdotta la possibilità per i consumatori di acquistare cannabis presso i cosiddetti "cooperative di canapa", che sono nella pratica delle vere e proprie botteghe in cui è possibile acquistare diverse varietà. Sebbene queste cooperative siano tecnicamente illegali, le autorità hanno finora permesso che continuassero ad operare, tollerando anche il fatto che vengano pubblicizzate sui mezzi di comunicazione di massa.
Tuttavia, la situazione è ancora molto incerta e potrebbe cambiare in qualsiasi momento. Pertanto, se si desidera utilizzare la cannabis in Italia, è importante informarsi bene prima sulla situazione attuale e sulle eventuali modifiche che potrebbero intervenire nel breve periodo.
In Europa, la legalizzazione della canapa potrebbe portare molti vantaggi. Innanzitutto, ciò permetterebbe di far uscire il mercato nero dall'ombra e di regolamentarlo. Ciò significherebbe che la qualità del prodotto sarebbe controllata e che gli standard igienici sarebbero garantiti.
Inoltre, la legalizzazione permetterebbe di tassare il settore, il che porterebbe a un aumento del gettito fiscale per le amministrazioni pubbliche. Ciò permetterebbe di reinvestire i fondi in servizi sociali e sanitari, come ad esempio la prevenzione delle dipendenze.
In secondo luogo, la legalizzazione in Europa permetterebbe di contrastare il crimine organizzato. Infatti, è stato stimato che circa il 90% della cannabis commercializzata in Europa provenga dal mercato nero.
Se infatti fosse legalizzata, questo mercato illegale verrebbe eliminato, poiché non vi sarebbe più alcuna domanda per questo tipo di prodotto. Ciò permetterebbe di ridurre il numero di crimini legati alla droga, come lo spaccio e il traffico di stupefacenti.
In terzo luogo, la legalizzazione permetterebbe di migliorare la situazione dei consumatori. Attualmente, infatti, i consumatori sono costretti a comprarla sul mercato nero, dove non hanno alcuna garanzia sulla qualità del prodotto. Inoltre, i consumatori sono considerati criminali dalla legge e sono quindi soggetti a sanzioni penali.
Con la legalizzazione del mercato, i consumatori potrebbero acquistarla in modo legale e sicuro, senza doversi nascondere.
In quarto luogo, permetterebbe di ridurre il numero di casi di overdose. Infatti, secondo alcuni studi, la cannabis è meno tossica dell'alcol e della tabacco e, pertanto, presenta un minor rischio di overdosi. Inoltre, è meno addictive rispetto ad altri stupefacenti, come l'eroina o la cocaina, e quindi i consumatori hanno meno probabilità di diventare dipendenti.
In conclusione, tutto questo potrebbe portare molti vantaggi sia a livello economico che sociale. Pertanto, è una questione che merita di essere discussa apertamente e approfonditamente.